I metodi per rilevare i pianeti extrasolari
Cercare un pianeta extrasolare attorno a una stella diversa dal Sole è come pensare di individuare un granellino di sabbia di fronte a un’arancia a migliaia di chilometri di distanza. I pianeti, infatti, sono piccoli, non brillano di luce propria come le stelle e sono, in termini di scale di distanza spaziali, molto vicini alla loro stella madre.
Vi sono diversi metodi per rilevare esopianeti, alcuni dei quali diretti (Parte 1) nel senso che si può riuscire a isolare il segnale proveniente dal pianeta stesso. Altri metodi, invece, si dicono indiretti (Parte 2) perchè permettono di rilevare la presenza di esopianeti dall’effetto che essi hanno sulla stella ospite.
Fino ad oggi sono stati osservati in modo diretto meno del 3 percento dei pianeti extrasolari.
Tra i metodi indiretti, invece estremamente più efficenti dei primi, i più utilizzati sono il metodo delle velocità radiali e quello dei transiti.
Se si tiene conto che il rapporto tra la massa della stella e quella del pianeta è tipicamente dell’ordine di 1000 o più, allora le perturbazioni gravitazionali che il pianeta esercita sulla stella sono di piccola entità e quindi difficilmente rilevabili. Malgrado ciò, i metodi indiretti hanno permettono di esplorare gli immediati dintorni di un numero molto altro di stelle simili al Sole e di rilevare quindi diversi pianeti.