La ricetta per una nuova Terra

Rappresentazione artistica di un pianeta roccioso simile alla Terra. Crediti: David A. Aguilar / CfA

Rappresentazione artistica di un pianeta roccioso simile alla Terra. Crediti: David A. Aguilar / CfA

È un po’ italiano il “ristorante” dove si è scoperto come “cucinare” un’altra Terra simile al nostro pianeta.

Il ristorante è il TNG- Telescopio Nazionale Galileo, dove HARPS-N ha permesso di compiere un altro balzo in avanti nella comprensione della formazione ed evoluzione dei sistemi planetari. In particolare, grazie a questo potente cacciatore di pianeti extrasolari, si è potuto verificare che la formula per formare un pianeta simile al nostro è valida anche al di fuori del nostro Sistema Solare. Il nostro Sistema Solare, in altre parole, non è così unico come potremmo pensare.

Dieci sono i pianeti con diametro inferiore a due volte quello della Terra analizzati da un gruppo di astronomi del CfA-Harvard Smithsonian Center for Astrophysics. HARPS-N ha permesso di fare una stima della massa e delle dimensioni di uno di questi pianeti, Kepler-93b, ricavandone dunque la densità. Kepler-93b è un pianeta con un raggio pari a circa 1,5 volte quello della Terra, una massa 4 volte maggiore, il che comporta una composizione rocciosa.

La ricetta trovata dal gruppo di scienziati rivela che i pianeti con dimensioni più piccole di 1,6 volte quelle della Terra sono di tipo roccioso e presentano una composizione di ferro e di roccia che è praticamente molto simile tra loro.
Il risultato conferma, dunque, che gli ingredienti di base dei pianeti extrasolari rocciosi sono sempre gli stessi.

Ulteriori informazioni: Media INAF – Cucinare un’altra Terra? Ecco la ricetta