Così uguali ma diverse

Rappresentazione artistica del sistema binario XO-2 dove si vede in primo piano uno dei due giganti gassosi orbitanti attorno a XO-2S e il secondo pianeta che le transita davanti; l’oggetto luminoso in alto a destra rappresenta la compagna XO-2N con il suo pianeta transitante (il puntino nero). Crediti: adattamento dell’immagine ESO/Calçada

Rappresentazione artistica del sistema binario XO-2 dove si vede in primo piano uno dei due giganti gassosi orbitanti attorno a XO-2S e il secondo pianeta che le transita davanti; l’oggetto luminoso in alto a destra rappresenta la compagna XO-2N con il suo pianeta transitante (il puntino nero). Crediti: adattamento dell’immagine ESO/Calçada

Nuove informazioni sulla composizione chimica del sistema binario visuale XO-2 formato da due sistemi planetari: la componente XO-2N ha un pianeta, osservato transitare davanti alla sua stella e già noto da tempo, mentre la componente XO-2S risulta avere almeno 2 pianeti rivelati proprio grazie al programma GAPS-Global Architecture of Planetary Systems con il potente cercatore di pianeti extrasolari HARPS-N montato al Telescopio Nazionale Galileo.

XO-2N e XO-2S sono due stelle coeve e di massa comparabile, ma che hanno avuto una diversa evoluzione stellare. Questa differenza è stata osservata nell’abbondanza degli elementi chimici, in particolare in quelli più pesanti, che normalmente condensano nelle regioni interne dei dischi proto-planetari. Si è misurato un valore molto differente nei dintorni delle due stelle. Gli elementi chimici più leggeri (volatili) non mostrano, invece, una grande differenza in abbondanza.

Il risultato è che la differenza nella composizione chimica delle due atmosfere stellari deve essere direttamente legata alla presenza o meno di pianeti e questo porta a ipotizzare due scenari. Naturalmente bisogna tenere in considerazione anche il fatto che i pianeti noti sono solo tre per due stelle e quindi tali interpretazioni sono limitate dai pochi, seppur unici e importanti, dati a disposizione.

La prima possibile interpretazione è che la componente S sia quella che ha mantenuto la composizione chimica originaria e la N si sia arricchita. La seconda interpretazione prevede invece che sia la componente N quella che ha mantenuto la composizione chimica originaria mentre la S si è depauperata. Entrambi gli scenari non sono attualmente inquadrabili in una teoria consistente quindi per ora non si è propensi né per l’uno né per l’altro.

Sono necessari altre evidenze osservative sullo stesso sistema XO-2, e magari su altri analoghi che si potrebbero scoprire a breve con la strumentazione sempre più sofisticata di cui gli astronomi dispongono.

Per ulteriori informazioni Media INAF – Falsa magra o falsa grassa?